Salire a Castelmonte significa compiere un pellegrinaggio, sempre. Sia che si giunga a piedi, da Carraria o da qualche altro sentiero di montagna, sia che si arrivi in macchina o in pullman. Un cammino fisico, quindi, ma soprattutto un itinerario spirituale, capace di ‘edificare’ vita nuova.In chi lo compie, si esprime il bisogno di ritrovare il senso profondo della propria esistenza, che spesso la vita quotidiana, con il suo ritmo incessante, dimentica o, con le mille attività e i diversi impegni, frantuma. Nello stesso tempo durante il pellegrinaggio si rinnova il desiderio di aprirsi ad orizzonti più ampi di quelli che i nostri occhi vedono, di aprirsi al mistero di Dio sempre inaspettato e nuovo. Il pellegrinaggio, quindi, come ogni cammino, è un itinerario di liberazione.In realtà, su questo cammino fisico e spirituale è Dio che si fa strada nella nostra vita, se solo sappiamo fare silenzio e vivere con fede i vari momenti. Per questo motivo la strada che porta al santuario non è un vuoto girovagare, ma è accompagnato dal mistero dell’incontro tra Dio e l’uomo in Gesù. Infatti, la strada che dalla pianura porta al Santuario è scandita dai capitelli del Rosario, cioè è guidata dai misteri della vita di Cristo. E una volta giunti al santuario tutto conduce a lui, il senso del nostro agire, pensare, amare.‘Donna ecco il tuo Figlio’